Costruire la filiera del fotovoltaico in Europa dal recupero del silicio

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recuperare il 95% di silicio.
Credit: ICARUS

Il progetto UE Icarus potrebbe portare a realizzare nuovi pannelli solari dagli scarti di silicio dell’industria del fotovoltaico, rilanciando così il settore in Europa e diminuendo la dipendenza dalle materie prime cinesi

Il 35% del silicio impiegato nella produzione di pannelli solari si perde sotto forma di polvere: attraverso il recupero è possibile dare impulso al fotovoltaico in Europa, generando dagli scarti di produzione nuovi moduli.

È su questo obiettivo che si sta concentrando il progetto UE Icarus: l’obiettivo è recuperare il 95% delle materie prime ad alto valore consumate nel corso della produzione di lingotti e wafer di silicio ed estendere questo processo su scala industriale. Il progetto vede la partnership tra aziende e istituti di ricerca di 7 Stati membri, con la fondazione norvegese SINTEF come capofila.

Il fotovoltaico UE potrebbe svilupparsi a partire dal recupero del silicio

Gli sforzi per far decollare la produzione di energia solare in Europa si stanno dispiegando su diversi fronti. Il fotovoltaico UE è al momento molto legato alla Cina, dalla quale importiamo sia le materie prime sia i componenti usati, mentre la nostra produzione è ampiamente rivedibile circa una serie di sprechi: basti pensare che perdiamo più di un terzo del silicio utilizzato per produrre i pannelli.

Secondo la fondazione SINTEF dare una seconda vita a questi scarti attraverso il recupero del silicio potrebbe portarci a una nuova industria del fotovoltaico in Europa.

In genere per costruire un pannello solare il silicio viene ricavato dalla fusione del diossido di silicio (quarzo), che genera un lingotto cristallino di silicio puro successivamente tagliato in fogli di circa 0,13 mm; questa operazione comporta la perdita di circa il 35% del materiale sotto forma di polvere: dal recupero di quest’ultima potrebbe essere ulteriormente alimentata l’industria del fotovoltaico.

In genere lo scarto è trattato con una miscela di fango liquido caratterizzata da una serie di contaminanti come ossigeno, carbonio, nichel, ferro e alluminio. Obiettivo di Icarus è purificare la polvere di silicio, per poi utilizzarla come materia prima di altri pannelli.

L’innovazione potrebbe non riguardare solo il fotovoltaico visto che la stessa operazione di taglio e lavorazione riguarda molte altre industrie oltre a quella della produzione di energia dal sole. L’obiettivo di Icarus è arrivare a un recupero del 95% della materia prima, anche attraverso il recupero del quarzo utilizzato per i crogioli nei quali viene fuso il silicio: si tratta di elementi che nel corso del processo di raffreddamento si rompono, ma che potrebbero invece essere a loro volta impiegati per la produzione di ulteriore silicio.